Senza titolo- 2

Di quella notte non ricordo più nulla. Il giorno seguente scesi in una specie di cantina, molto grande, dove lo zio aveva lavorato per tanti anni, con le sue meravigliose mani, creando chitarre, violini e violoncelli. Era un "luthier"; mi piaceva tanto questo nome, mi piaceva tanto lui.
Nella cantina c'erano un paio di biblioteche enormi; la zia ci conservava le sue riviste: migliaia e migliaia di giornali tipo novella 2000. Lei andava pazza per la gente dello spettacolo. C'era anche la collezione delle riviste della squadra del cuore di mio padre, che era anche la mia, e della metà più uno del Paese: il Boca Juniors. Avevano rovesciato e rimestato anche tutte queste riviste; erano per terra, distrutte. Ma non trovarono niente di compromettente!
Scoprii in seguito che gli sbirri della "speciale" si erano portati via un libro della biblioteca di sopra, una sciocchezza.
Non ho mai chiesto se dentro ci fosse qualcosa di pericoloso, magari un bigliettino o altro, e di queste cose non si è più parlato, almeno in mia presenza.
Non ricordo nemmeno se è stata quella notte od un'altra che mio padre fu sequestrato e portato via in macchina e lasciando noi con la Paura; sì, la Paura con la p maiuscola, visto cosa succedeva in quel periodo, che non tornasse più. Perché una cosa dovete sapere e conoscere: la fortuna nostra è stata quella di vivere in un piccolo paese, certe cose erano troppo eclatanti, non era conveniente farle. A Buenos Aires invece, se ti spariva un vicino di casa, non lo notavi, perché neppure lo conoscevi. Comunque papà tornò, ma non so niente di cosa gli successe in quelle ore.
In seguito scoprii che lo svegliarci nel cuore della notte, iniziò poco dopo che mio fratello fu incarcerato.
Vivere in un piccolo paese ha altri inconvenienti però. A due passi da casa abitava un ragazzo che divedeva la casa con mio fratello; un amico. Quando mio fratello finì in carcere, lui e la sua famiglia non ci rivolsero più la parola. Mi ricordo le litigate con mamma, io ero incazzata nera con loro, ma lei li difendeva. La paura. diceva lei; la vigliaccheria, ribattevo io. Punti di vista.
Non so se N fosse un sovversivo, anche se in quel periodo qualunque cosa poteva essere considerata sovversiva. Io scrivo quel che so e non voglio far passare mio fratello per un santo, perché io non sono lui e non ero con lui. Quello che so è che lui stava cercando di far riaprire la mensa dell'università, che era stata chiusa. Quando si è giovani ed anticonformisti questo è il minimo che si può chiedere ad un'università: riaprire una mensa. E lui girava con un amico in motorino intorno all'edificio dell'università facendo esplodere dei mortaretti.
Ripeto, è la versione che ho, ed è possibile che non abbia fatto niente di più grave visto che dopo 6 mesi di carcere fu dichiarato ufficialmente libero, ma trattenuto comunque. Perché, a quel tempo, la moda era quella: tenerli là dentro, per rinfrescargli le idee, magari per cambiargli le idee. Con metodi molto "innovativi"!

Senza titolo- 2ultima modifica: 2005-06-21T14:24:28+02:00da largen
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