Senza titolo- 1

Tante volte penso che, forse, sarebbe stato meglio se io fossi stata più piccola, magari avrei capito poco, o niente. O non essere stata così curiosa e voler sempre sapere e conoscere tutto quello che non so. Ma avevo 13 anni, quasi 14, e capivo tante cose.
Mio fratello N (ci sono anche D e M, e la Su che leggete nei miei commenti) era una specie di idolo per me. N era un genio, un ragazzo intelligente, brillante. Quando frequentava le scuole medie partecipava sempre ad una specie di concorso, la biennale delle scienze, e ricordo una volta che fece un trapianto di fegato ad un cane malato che sopravvisse tranquillamente. Lo ricordo il cane, nero e appena operato a fare la degenza a casa, coccolato da tutti quanti.
Raggiunta la maturità, N si iscrisse all'università in un'altra provincia. Credo che la Su fosse in Patagonia a fare la maestra o addirittura già sposata oppure a Buenos Aires; non ricordo bene. Noi tre, i più piccoli, eravamo ancora alle prese con la scuola, ma già pensavamo a come organizzarci per il dopo, a dove andare.
Da noi la famiglia si "disperde" presto; dai piccoli centri si scappa verso le grandi città per studiare o lavorare. Una sana abitudine. Si cresce prima se si smamma subito, ma questo è un pensiero molto argentino.
Era notte; fui svegliata da uno che mi afferrava per i capelli e mi tirava su a forza dal letto. Lui era uno della "polizia speciale" del paese, che avendo pochi abitanti, tutti sapevamo chi erano, quelli della "polizia speciale", e ci salutavamo con la mano e un bel "chau" ogni volta che ci si incontrava.
Quella sera fu diverso, niente "chau", entrò senza invito e si mise a lavorare in casa nostra. Penso che, nello stesso modo, svegliarono anche tutti gli altri: mio padre, mia madre, mia zia, D e M, quest'ultimo molto piccolo. Da sveglia mi accorsi di quello che stavano combinando: rovistavano casa, da cima a fondo. Trovai la biblioteca rovesciata con tutti i libri per terra, ricordo benissimo gli sbirri infilare le loro mani fra le riviste dei Reader's Digest che collezionava papà. Mah, chissà cosa pensavano di trovare. Fra l'altro mio padre era di idee politiche completamente opposte a quelle di N e litigavano sempre per questioni politiche.
In Argentina si discute solo per due cose, il calcio (Boca-River) e la politica (radicales e peronistas).
Una cosa è certa: mio fratello era molto politicizzato. Faceva parte in di un gruppo giovanile della chiesa, creato da un prete del quale non ricordo il nome (il prete "scomparve" e fa parte dei 30 mila desaparecidos). Si riunivano, il prete e i ragazzi, nel giardino di casa e io li ascoltavo, curiosa, nascosta dietro una finestra, senza farmi vedere perché ero piccola e non potevo partecipare. Mi sembravano tutti tosti, sempre incazzati neri, ribelli. Grandi.

Senza titolo- 1ultima modifica: 2005-06-20T14:35:00+02:00da largen
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16 pensieri su “Senza titolo- 1

  1. Brava Isabel. Coraggio. Il mio affetto rispettoso e silenzioso per te, per la tua famiglia, per tuo fratello, e per tutti coloro che non son tornati e che ONORERAI con le tue parole. Parlarne per non dimenticare. E’ cominciato il tuo e il nostro “giorno della memoria”. Grazie Isabel dal cuore immenso.
    Chicca.

  2. Grazie. Per renderci partecipi della tua storia. Che dovrebbe essere la storia di tutti. Come ha detto qualcuno prima di me, è iniziato il tuo giorno della memoria. Il nostro giorno della memoria. Grazie ancora e un abbraccio fortissimo. Alessia

  3. BacioBacio, cara. Te lo ripeto: una iniziativa meravigliosa!!! E’ ora che la gente ne sappia di più di cosa è successo in Argentina a quei tempi e raccontato da una persona che lo ha vissuto vale triplo. Ancora BacioBacio e di oggi sono 4.

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